Per tutti quelli che sono ancora in ufficio e anche per chi cerca una lettura tra un bagno al mare o una passeggiata in montagna, oggi vogliamo parlarvi di un progetto che ci ha molto colpiti. Si tratta del progetto di GS1 Italy, “Barcode for Environment”, che si propone di fornire informazioni chiare e confrontabili a tutti i consumatori riguardo all’impronta ambientale dei prodotti, dalla fase di approvvigionamento a quella dello smaltimento.
In collaborazione con un gruppo di aziende già attivamente coinvolte nello studio dell’impronta ambientale di prodotto, GS1 Italy sta lavorando per stabilire un set comune di dati sull’impronta ambientale. Attraverso l’utilizzo dei codici a barre, questa iniziativa mira a consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli basate sull’impatto ambientale dei prodotti.
Oggi parliamo di questo progetto con Carolina Gomez, ECR project manager di GS1 Italy (a seguire C.G.) e Samanta Correale, business intelligence manager di GS1 Italy (a seguire S.C.).
Benvenute, siamo curiosi di sapere di più sul progetto Barcode for environment. Iniziamo subito con il chiedervi, qual è l’obiettivo principale del progetto “Barcode for environment” di GS1 Italy?
C.G.: Il progetto è nato qualche anno fa, prima della pandemia, con l’obiettivo di trovare una soluzione, da un lato, alla necessità dei consumatori che ricercano informazioni di sostenibilità attendibili, comprensibili e verificabili sui prodotti che acquistano, e, dall’altro, alla volontà delle aziende di mettere a disposizione dei consumatori e dei partner commerciali informazioni relative all’impronta ambientale dei loro prodotti. Con la collaborazione dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con il contributo di aziende del settore, abbiamo quindi pensato e sviluppato, in ambito ECR Italia, uno strumento che potesse favorire la comunicazione con i consumatori in materia di sostenibilità e raccontare l’impatto ambientale dei prodotti in modo semplice, intuitivo e attendibile. È nata così la web app “Barcode 4 Environment”, la soluzione per la comunicazione corretta ed efficace della performance ambientale dei prodotti attraverso l’utilizzo degli standard GS1.
Ad oggi quali sono le aziende coinvolte nello studio dell’impronta ambientale di prodotto e come sono state selezionate?
C.G.: Il “Barcode 4 Environment” è stato messo a punto con un gruppo di lavoro composto da sette aziende del largo consumo impegnate da tempo nel misurare le performance ambientali dei propri prodotti e con un particolare interesse a comunicare in maniera corretta questi risultati attraverso una soluzione comune: Carlsberg, Coop Italia, Eridania, Ferrarelle, Ferrero, Mondelez e Sammontana.
Qual è la metodologia di misurazione dell’impronta ambientale che il gruppo di lavoro ha individuato?
C.G.: Per comunicare correttamente le informazioni di sostenibilità, è necessario che queste siano frutto di metodologie comuni e scientificamente rigorose, come LCA (Life Cycle Assessment), PEF (Product Environmental Footprint) e EPD (Environmental Product Declaration): questo ci permette di avere non solo dati affidabili, ma anche confrontabili.
In particolare, attraverso, gli studi LCA è possibile ricostruire tutte le fasi che caratterizzano il ciclo di vita di un prodotto (approvvigionamento delle materie prime, processi di trasformazione, trasporto e distribuzione, utilizzo/consumo e smaltimento/dismissione), calcolando, per ciascuna, un set di indicatori di impatto ambientale, come cambiamento climatico, impronta idrica, acidificazione delle acque, consumo delle risorse fossili, uso del suolo, ecc. PEF e EPD sono invece due metodologie, sviluppate in sede europea, basate su un forte contributo analitico e su una metodologia affidabile che consente di confrontare i dati, e, di conseguenza, di tradurli in maniera omogenea da aziende diverse.
Come verranno comunicate le informazioni sull’impatto ambientale dei prodotti ai consumatori? Come i consumatori potranno accedere a tutte queste informazioni?
C.G.: I parametri di sostenibilità più rilevanti ottenuti dagli studi LCA sono messi a disposizione attraverso il “Barcode 4 Environment”, che è una web app, al momento disponibile gratuitamente in versione dimostrativa, che funziona attraverso l’utilizzo del codice a barre o di un QR code contenente un GS1 Digital Link stampati sulle confezioni dei prodotti: scansionandoli si ha accesso alle informazioni ricercate di ogni specifico prodotto. Per rendere comprensibili le informazioni, in “Barcode 4 Environment” i dati scientifici vengono accompagnati da messaggi o claim che descrivono gli impegni dell’azienda per ridurre l’impronta ambientale del prodotto e vengono inoltre rappresentati in parametri vicini alla percezione della vita quotidiana e utilizzando termini facilmente fruibili dai consumatori finali e dai non addetti ai lavori. Ad esempio: l’acqua risparmiata durante un processo produttivo è equiparata a quella che sarebbe necessaria per riempire un determinato numero di piscine olimpioniche, le quantità di CO2 risparmiate sono paragonate a quelle emesse da un viaggio in auto di certi km, e così via. Questo processo divulgativo è reso possibile dall’integrazione di uno strumento sviluppato dalla Scuola Sant’Anna di Pisa nell’ambito del progetto EFFIGE – finanziato dall’Unità LIFE della Commissione europea – che ha lo scopo di consentire alle aziende di misurare con trasparenza, chiarezza ed efficacia la propria impronta ambientale.
Ci sono delle linee guida specifiche o standard internazionali da seguire per stabilire un set comune ed univoco di informazioni ambientali da comunicare?
C.G.: In un primo step, il gruppo di lavoro ha definito le metodologie di calcolo che potessero dare il maggior rigore scientifico, con lo scopo di ottenere, come dicevo prima, informazioni corrette, affidabili e confrontabili, successivamente ha ritenuto opportuno individuare quali risultati fosse utile veicolare e la modalità migliore. Data l’ampiezza dei dati tecnici contenuta nelle analisi del ciclo di vita, per una più efficace comunicazione verso il consumatore si è deciso di comunicare i tre indicatori più rilevanti ottenuti dagli studi, cioè quelli più impattanti in termini ambientali per ogni prodotto.
Quest’ultimo aspetto è ritenuto molto importante anche nell’attuale contesto normativo, in cui, per esempio, nella proposta di Direttiva della Commissione europea sui Green Claims (COM/2023/166) viene indicato che le diverse asserzioni ambientali si devono basare su prove scientifiche ampiamente riconosciute, utilizzando informazioni accurate e dimostrando che le prestazioni ambientali oggetto delle diverse dichiarazioni sono significative dal punto di vista del ciclo di vita.
Quali informazioni importanti per il consumatore verranno comunicate?
C.G.: “Barcode 4 Environment” permette di accedere alle informazioni sulla performance ambientale del prodotto, alle indicazioni su come fare la raccolta differenziata e ai fondamenti scientifici alla base dei dati sulla sostenibilità.
Come viene affrontata la questione dell’accuratezza e della veridicità delle informazioni sull’impronta ambientale fornite dalle aziende?
C.G.: Come spiegavo, le informazioni derivano dall’applicazione di approcci scientifici basati su un forte contributo analitico e su una metodologia affidabile che ne garantiscono l’accuratezza. Ad oggi, per caricare le informazioni sulla piattaforma non è obbligatoria la certificazione dello studio, ma chi sceglie di certificarsi può comunicarlo, facendo distinzione tra autodichiarazioni e certificazioni di parte terza. Inoltre, “Barcode 4 Environment” dà la possibilità di indirizzare il consumatore sui siti web aziendali dove può accedere allo studio completo.
Correttezza e credibilità sono quindi le regole di base per la valorizzazione, dal punto di vista comunicativo, degli indicatori e delle altre informazioni.
Come funziona il progetto a livello tecnico? Quali conoscenze informatiche e tecnologiche mette in atto?
C.G.: Riguardo all’aspetto tecnologico, “Barcode 4 Environment” si avvale del codice a barre (GTIN) che identifica in maniera univoca il prodotto e può essere utilizzato per accedere, come punto unico di contatto, a informazioni anche di tipo ambientale. Inoltre, “Barcode 4 Environment” è in grado di scansionare i codici QR contenenti il nuovo standard GS1 Digital Link: si tratta di un indirizzo web con una struttura standard, che contiene un codice di identificazione GS1 del prodotto, come il GTIN, e che abilita collegamenti Internet a tutti i tipi di informazioni, comprese, ovviamente, quelle ambientali. Il GS1 Digital Link è rappresentato graficamente da un normale QR code, quindi scannerizzabile facilmente dalla fotocamera di uno smartphone.
Come prevedete che questo progetto influenzi il comportamento dei consumatori? Ritenete che avrà un impatto significativo sulla loro scelta di prodotti?
S.C.: Da diversi anni monitoriamo come le informazioni sui prodotti guidano le scelte del consumatore attraverso il nostro Osservatorio Immagino, lo studio semestrale che incrocia le informazioni riportate sulle etichette dei prodotti di largo consumo digitalizzate dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi (oltre 100 variabili tra ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) con le rilevazioni NielsenIQ su venduto in supermercati e ipermercati italiani. Dall’Osservatorio Immagino emerge chiaramente come la sostenibilità sia un driver di scelta importante e trasversale a diverse categorie merceologiche: basti pensare che nel 2022 oltre 36 mila prodotti riportavano on pack almeno un riferimento alla sostenibilità, generando un giro d’affari di oltre 15,4 miliardi di euro, in crescita di +8,6% rispetto all’anno precedente. E nonostante le dinamiche inflattive abbiano portato ad una contrazione dei volumi di questo paniere (-4,3%), l’Osservatorio Immagino rileva claim e indicazioni che registrano segni positivi a valore e a volume. È il caso, per caso, dei claim “riciclabile”, “con materiale riciclato”, “biodegradibile”, “Ok-compost”.
Quindi “Barcode 4 Environment”, che mette a portata di smartphone le informazioni di sostenibilità dei prodotti, può senza dubbio essere uno strumento valido per tutti quei consumatori attenti all’aspetto ambientale e capace di contribuire a scelte d’acquisto più consapevoli.
Ci sono delle sfide o ostacoli particolari che il progetto ha affrontato finora? Come state affrontando tali sfide?
C.G.: Le principali sfide che abbiamo incontrato riguardano:
- Da un lato, la limitata disponibilità di dati provenienti da studi LCA, chiave per facilitare l’implementazione di buone pratiche di sostenibilità e in particolare per la diffusione della soluzione del “Barcode 4 Environment” tra le aziende del settore. Per questo siamo impegnati a promuovere l’importanza di avere un approccio di ciclo di vita e di integrare la cultura della misurazione della sostenibilità all’interno delle aziende in modo tale da supportare le attività di comunicazione e facilitare l’identificazione delle opportunità di miglioramento delle proprie performance di sostenibilità.
- Dall’altro, le aziende interessate a utilizzare “Barcode 4 Environment” devono prevedere l’aggiornamento dell’etichetta dei prodotti in modo tale da inserire un QR code che consenta l’accesso alle informazioni disponibili sull’app e che al contempo permetta di dare continuità alle attività di marketing in corso. Per questo, stiamo lavorando per incoraggiare l’adozione del GS1 Digital Link che consente, con un’unica simbologia, di veicolare al consumatore le informazioni di interesse, senza rinunciare ad altre attività di engagement.
Quali sono i piani futuri per il progetto “Barcode for environment”?
C.G.: Per ora, “Barcode 4 Environment” è un’applicazione “dimostratrice”, che serve, cioè, a mostrare le buone pratiche per la corretta comunicazione della sostenibilità e quando e come, nell’ambito della sostenibilità, si possono usare gli standard GS1. Nonostante la web app abbia il vantaggio di essere un repository gratuito e completo in cui, attraverso gli standard GS1, far confluire le informazioni ambientali sul ciclo di vita dei prodotti, l’ambizione non vuole essere né il caricamento né lo scaricamento massivo di informazioni. Questa applicazione vuole inoltre dimostrare come gli standard GS1 possono essere applicati concretamente con l’obiettivo di soddisfare le esigenze da parte del consumatore di avere maggiori informazioni e contemporaneamente supportare le strategie digitali e di customer engagement delle aziende. Ulteriore obiettivo è quello di creare consapevolezza sul tema della misurazione scientifica dei parametri di sostenibilità in quelle aziende che non hanno ancora iniziato un percorso del genere.