È terminato da poco il Netcomm Forum 2022 e siamo sfiniti ma felici per aver partecipato a questo evento, molto atteso, organizzato dal Consorzio Netcomm di cui siamo soci.
La prima cosa da dire è che abbiamo vissuto la due giorni con grande interesse, ma soprattutto tanta gioia per essere tornati in presenza e aver potuto parlare con clienti, fornitori e organizzatori. Amiamo la tecnologia ma, per dirla tutta, eravamo desiderosi di poter tornare a vederci dal vivo!
Proviamo quindi a raccontarvi lo stato dell’arte sull’evoluzione dell’eCommerce e del digital retail su scala nazionale e globale.
eCommerce e retail: il nuovo contesto
Gli ultimi due anni ci hanno fatto conoscere un contesto nuovo rispetto a quanto eravamo abituati: cambia il modo di lavorare con il remote working, cambiano quindi gli spazi all’interno delle nostre case, per conciliare serenamente vita privata e vita lavorativa (senza usare la cameretta dei bambini!). C’è una rinnovata attenzione alla sostenibilità con nuovi modelli di domanda e offerta. C’è la necessità di ricercare skill adeguate a colmare il gap che hanno le aziende. C’è il PNRR che riverserà sull’Italia nuovi fondi e opportunità per le PMI.
Cosa sta succedendo all’eCommerce?
Iniziamo subito con un dato scontato: l’eCommerce, anche nelle economie più avanzate, rimane un canale secondario, cioè ha un tasso di penetrazione sui consumi totali che vale ancora poco. È però più dinamico, ha una velocità di crescita più elevata anche dopo la pandemia. Soprattutto è trasformista: l’eCommerce è capace di analizzare i dati, di conoscere prima un consumatore. Grazie a questi due fattori, dinamicità e trasformismo, l’eCommerce sta proponendo nuove forme di retail sempre più attuali e in linea con la domanda.
L’omnicanalità, di cui parliamo da tempo, sembra aver raggiunto una “forma” reale. Non esiste più, letteralmente, il confine tra online e offline perché ci sono dei modelli di vendita che non sono più definibili e incasellabili nelle definizioni di online o offline. Basti pensare a quante volte facciamo un ordine “online” all’interno di uno store fisico perché magari il libro, la taglia o il numero di scarpe che stiamo cercando non è al momento disponibile in store.
Vediamo anche che esiste un movimento ancora molto piccolo, ma da tenere d’occhio, di .com verso il canale fisico, mentre ne esiste uno molto più ampio, di aziende tradizionali che stanno sempre di più spingendo sulla leva della trasformazione digitale, con negozi che nascono completamente interconnessi con l’eCommerce e nuove aperture studiate per spingere verso la prossimità fisica e l’approfondimento della conoscenza del cliente. Il lockdown, infatti, ha spinto a riscoprire il quartiere e a dare all’interno di un luogo, anche piccolo, tanti servizi ed esperienze (Tesco, Aldi temporary bar…). Adesso, il canale tradizionale, non ha più paura del digitale e ha capito, durante la pandemia, che, anzi, ha bisogno di investire in digitale.
Ultima, ma importantissima considerazione è la soddisfazione rispetto agli acquisti online che non è mai stata così alta: 8,8 punti su 10. Dato che ci fa capire che il commercio online ha fatto passi da gigante e si sta muovendo, per davvero, nella giusta direzione!
I dati
I primi dati che abbiamo dall’Osservatorio del Politecnico di Milano sono confortanti: ci siamo lasciati la tempesta alle spalle. Son tornate a crescere, dopo il 2021, tutte le economie a seguito della pandemia. Nel 2022, gli acquisti online degli italiani crescono del +14% e raggiungono 45,9 miliardi di euro. I prodotti segnano un +10% rispetto all’anno precedente per un valore totale di 40 miliardi, mentre i servizi collezionano un +28% rispetto al 2021 per un valore complessivo di 11,9 miliardi.
L’eGrocery è ancora il comparto più dinamico con un +17%, ma ha degli andamenti completamente diversi nei micro segmenti: il quick commerce, per esempio, cresce a tripla cifra, seguito dal food delivery.
La penetrazione delle vendite è allineata tra prodotti (11%) e servizi (12%) e, il dato più positivo, è che continua a crescere anche dopo la pandemia.
Lo smartphone si conferma il primo canale di vendita con il 55% del transato. Anche se, nella realtà, molti merchant, parlano di percorsi di acquisto frammentati su più device, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti più delicati come la spesa online, che si preferisce condividere con la famiglia prima di terminare l’ordine, passando quindi da smartphone a desktop e per concludere l’ordine di nuovo su smartphone.
In che fase siamo ora?
Il nostro settore può vantare una crescita matura, consolidata e controllata. Il trend positivo non ci permette comunque di fermarci e, fin da ora, ci sprona a lavorare su quattro grandi tematiche:
- Marketing: con l’utilizzo di nuovi formati e focus su una rinnovata data strategy.
- Logistica: con una maggiore attenzione al livello di servizio, all’omnicanalità e alla sostenibilità, non solo ambientale.
- Pagamenti: con l’introduzione di nuove forme di pagamento (buy now pay later) e la riduzione delle frizioni.
- Metaverso, il suo utilizzo da parte di brand e utenti.
Il ritorno ad una situazione precedente non è, ormai, più pensabile.
Le incognite future
A questo scenario promettente si affacciano però alcune incognite:
- L’emergenza Covid che non è risolta e varia al variare del virus.
- La guerra Russia-Ucraina che possiamo solo augurarci finisca il prima possibile, ma non possiamo prevederlo.
- L’aumento dell’inflazione e quindi la riduzione del potere di acquisto dei consumatori.
La situazione di contesto porterà insomma a cambiare i dati appena visti perché è una situazione molto incerta.
In conclusione
Ci sono altri fenomeni che si affacciano a questa visione generale come il mercato dell’usato, il metaverso, la generazione Z.
Tanti cambiamenti in atto e una bella reazione che stiamo vedendo nei retailers sia fisici che digitali. La vera sfida ora è investire sul digitale per poter ascoltare i bisogni delle nuove generazioni e accontentare un mercato maturo e desideroso di cambiare insieme a noi le modalità di acquisto e vendita!